In ricordo del Prof. Giorgio BERT

In ricordo del Prof. Giorgio BERT

Il 29 gennaio 2022 è una data che ha colpito tanti medici abituati ad avere una certezza: la presenza costante nel panorama intellettuale di un uomo di fine cultura che sapeva guardare il mondo con una lente precisa, forse impietosa, ma con la grazia di un artista.
Tutti noi eravamo meravigliati della lucida intelligenza di Giorgio Bert che proprio il 29 gennaio scorso ha deciso di congedarsi. Lo ha fatto come uno dei suoi poeti preferiti, Giorgio Caproni, annunciandolo più volte, accompagnandoci lentamente ad un addio.
Ricordiamo solo che si laureò in medicina nel 1958 e iniziò a lavorare come medico e ricercatore all’Università di Torino da cui poi si allontanò. Entrò a far parte di uno dei gruppi di clinici e ricercatori più attivi nel lavoro di analisi e progettazione della nuova sanità italiana che contribuì alla elaborazione della legge di riforma sanitaria del 1978.
Di lui possiamo proprio dire che fu un dissidente. Rispetto ad un pensiero dogmatico, arido e molto lontano dalla vita. Questa è la parola che molto spesso ripeteva Giorgio Bert, nella sua narrazione, nei libri, nei suoi corsi.
Alla dimensione della vita Bert dedicò il suo sguardo chirurgico per capire e proporre un modo diverso di raccontarla, rappresentarla e non tradirla.
La vita che viene prima della malattia, quella che respiri tutti i giorni nelle strade, nelle botteghe di paese o anche solo nei mercati. A quella dimensione Bert ebbe accesso attraverso lo stupore della medicina narrativa di cui è stato e sarà sempre un padre esigente e onesto. La sua trasparenza era proprio nel rispetto di ogni singola, unica storia di vita. E proprio perché unica altrettanto vera. Spesso ripeteva “non ci importa che sia vero, ci importa che lo sia per quella persona, per quel paziente”.

Un pensiero aureo, quello che Giorgio ci lascia, di cui non intendiamo fare a meno.

Pubblicato in data 08.02.2022