Il CNEL propone un disegno di legge sull’oblio oncologico

Il diritto all’oblio oncologico è un diritto soggettivo che permette alle persone guarite dal cancro di scegliere di non fornire informazioni sulla loro malattia pregressa. In molti Paesi europei, tra i quali Francia, Lussemburgo, Belgio, Olanda e Portogallo tale diritto è già normato da una specifica legge che consente, a chi è guarito, di non dover dichiarare la malattia quando si trova ad accendere un mutuo in banca, richiedere un prestito o firmare un nuovo contratto di lavoro.

Il CNEL, sotto la spinta del Presidente Tiziano Treu e del consigliere Francesco Riva, incaricato di occuparsi di salute, ha proposto un disegno di legge sul diritto all’oblio oncologico che possa allineare l’Italia agli altri Paesi europei.

Il CNEL, acronimo di Consiglio Nazionale di Economia e del Lavoro, è un’istituzione di ausilio alle Camere e al Governo, considerata la terza Camera dello Stato, che rappresenta sia la parte datoriale sia la parte dei lavoratori.

Ma che cos’è l’oblio oncologico?

In Italia un paziente che ha avuto un tumore, anche se guarito, non può fare un mutuo per acquistare una casa, non può adottare un bambino ed è discriminato anche nel mondo del lavoro, perché quando ti chiedono il tuo stato di salute, quando ti candidi per un lavoro e dici che hai avuto il tumore non ti assume nessuno, oppure che ti tolgono certe possibilità di avanzamento di carriera. Sei Paesi in Europa, fra cui Francia, Portogallo e Belgio, hanno già fatto questa legge per i pazienti oncologici dichiarati guariti dalla comunità internazionale. Ad esempio un paziente che ha avuto un seminoma ed è dichiarato guarito, un ragazzo che ha avuto la leucemia da giovane a 14-15 anni e a vent’anni non ha avuto nessun problema, è guarito. E quindi non è obbligato a dichiarare di aver avuto questo tipo di tumore e la Comunità europea ha emanato una raccomandazione con la quale nel 2025 questa legge sia universale a livello europeo.

L’Unione Europea ha anche richiesto che ci sia la diminuzione del cancro a livello europeo e a questo scopo ha messo dei finanziamenti importanti, per cui bisogna prima di tutto fare una campagna di promozione rivolta ai giovani, che forse sono più recettivi, su come comportarsi.

Se noi non educhiamo e non spieghiamo l’importanza del movimento e dell’alimentazione come di stili di vita corretti, fra qualche anno non avremo più soldi per curare nessuno.

Attualmente in Italia la maggior parte dei bilanci dello Stato è del welfare e quindi se non riusciamo a diminuire l’incidenza delle malattie causate da comportamenti non corretti da parte della popolazione, noi non potremo più erogare assistenza a tutti.

In questo periodo sono partite molte campagne, tra cui la prima è stata quella sull’HPV e, nel periodo Covid, il prof. Francesco Riva ha pensato ai test salivari che evidenzino anche l’HPV, ovvero il tumore del papilloma virus che è l’unico tumore “virus correlato”, per cui il tumore non esiste più una volta eradicato il virus. È un tumore che interessa sia il sesso femminile sia il sesso maschile, ma le donne fanno il pap test mentre nessun uomo ha mai fatto un test molecolare per sapere se è HPV positivo. Dunque in questo momento i maschi sono gli untori perché con i loro comportamenti sessuali vanno a infettare il sesso femminile che magari ha fatto già degli esami. L’obiettivo di questa campagna è aumentare la vaccinazione e quindi i vaccini per l’HPV che devono essere dispensati gratuitamente fino ai 14 anni, anche perché in certe regioni è un tumore sconosciuto che colpisce l’organo e i genitali femminili e maschili, quindi colpisce l’utero, il pene, l’ano e colpisce moltissimo il cavo orale.

Tantissimi tumori del cavo orale infatti hanno una localizzazione oro faringea. Inoltre è un tumore chemio e radio sensibile e quindi non è neanche più necessario fare altre terapie.

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