OSAS, in inglese Obstructive Sleep Apnea Syndrome, vale a dire Sindrome delle Apnee ostruttive del Sonno, è un disordine caratterizzato da ripetuti episodi di completa o parziale cessazione del flusso d’aria attraverso le vie aeree superiori, dovuto al loro ricorrente collasso durante il sonno, con conseguenti sonnolenza diurna e russamento notturno. L’OSAS è considerata a tutti gli effetti una patologia cronica poiché rientra nei criteri stabiliti dall’OMS per la definizione di tali malattie: è di lunga durata, tendenzialmente di lenta progressione e non è trasmissibile.
Dodici milioni di italiani sono a rischio di apnee notturne ma l’80% di loro non ne è consapevole, nonostante questo disturbo provochi ogni anno almeno 12.300 incidenti stradali e 250 morti.
Secondo il rapporto “Global surveillance, prevention and control of chronic respiratory diseases: a comprehensive approach” pubblicato nel 2007, le persone affette da OSAS nel mondo sono più di 100 milioni, sebbene più del 75% dei casi non vengano mai identificati.
L’OSAS può presentarsi a qualunque età, con un range maggiore tra 40 e 60 anni e una prevalenza negli adulti che si attesta tra il 1,2 e il 7,5%. È stato valutato che 1 maschio su 4 ed 1 femmina su 10 presentino un valore superiore alle 5 apnee per ora; il sesso maschile sembrerebbe avere il doppio delle probabilità di sviluppare l’OSAS, con una prevalenza stimata del 4% (rispetto al 2% delle femmine).
Studi recenti indicano che l’OSAS è associata anche ad altre patologie croniche, quali aritmie cardiache diverse dalla fibrillazione atriale, disturbi cognitivi e dell’umore, sindrome depressiva, insonnia, asma bronchiale, insufficienza renale, neoplasie e steatosi epatica.
Il crescente interesse per questa patologia riguarda soprattutto la correlazione tra OSAS ed incidenti stradali, tanto da incidere sulle leggi in materia di rilascio e/o rinnovo delle patenti di guida sia a livello nazionale che europeo. Infatti i soggetti OSAS rischiano incidenti stradali fino a 7 volte di più rispetto a soggetti sani, riscontrano più infortuni sul lavoro (non associati alla guida) e vanno incontro a riduzione della performance lavorativa.
Se in Italia i 6 milioni di potenziali pazienti OSAS venissero adeguatamente trattati, avremmo un risparmio annuo di oltre 15 miliardi di euro. Anche il Ministero della Salute ha emanato apposite Linee Guida a cui possiamo fare riferimento.
Le opzioni terapeutiche attualmente disponibili sono rappresentate da:
- Programma educazionale e Terapia comportamentale, raccomandati in pazienti affetti da forme di OSAS lieve. Comprendono principalmente strategie volte al calo ponderale, all’astinenza dall’alcol e droghe e ad una migliore igiene del sonno.
- Trattamento CPAP nasale (Continuous Positive Airway Pressure): rappresenta il trattamento di elezione per OSAS moderato e grave. La CPAP, opportunamente tarata, è in grado di contrastare il collasso delle vie aeree superiori erogando un flusso d’aria compressa attraverso una mascherina nasale (o oronasale) che stabilisce una pressione transmurale positiva nella faringe. La miglior ossigenazione consente al paziente di beneficiare di un sonno meno frammentato, situazione che si riflette positivamente sulla qualità della vita attraverso una diminuzione drastica della sonnolenza diurna, un miglioramento della funzione neurocognitiva e l’abbassamento dell’incidenza di patologie cardiovascolari.
- Dispositivi Odontoiatrici di avanzamento mandibolare (MAD): sono proposti nei casi di OSAS lieve e moderata o quando il paziente con OSAS grave non aderisce alla terapia con CPAP. I MAD, a differenza della CPAP, sono poco invasivi e quindi incontrano più facilmente il favore del paziente migliorando la collaborazione e l’aderenza al trattamento. Questi dispositivi protrudono la mandibola consentendo la stabilizzazione e l’allargamento delle vie aeree, prevenendone quindi il collasso.
- Chirurgia otorinolaringoiatrica o maxillo-facciale: si ricorre principalmente all’uvulopalatofaringoplastica e alla chirurgia multilivello, in cui rientrano sospensione la sospensione ioidea, l’avanzamento genioglosso, la riduzione dei turbinati, la settoplastica, la stabilizzazione linguale, la tonsillectomia, l’adenoidectomia e la radiofrequenza della base della lingua. A questi interventi si aggiunge anche quello di protrusione bi-mascellare con l’intento di allargare la via aerea retrolinguale e retropalatale.
Gli odontoiatri, che vedono i pazienti almeno una volta all’anno per controlli, igiene orale e/o terapie, possono intercettare precocemente i segni e i sintomi dell’OSAS.
Allo stesso tempo, possono valutare se il paziente presenta le indicazioni per essere sottoposto a trattamento con specifici dispositivi orali (Oral Appliances, OA).
Negli ultimi anni, gli oral appliance sono diventati una modalità di trattamento sempre più comune per l’OSAS e per il russamento. Anche se la positive airway pressure (PAP) rimane il più comune e il più efficace trattamento per i disturbi respiratori del sonno, gli OA offrono una terapia efficace per molti pazienti con OSAS. Questi dispositivi offrono alcuni vantaggi rispetto alla PAP in quanto non richiedono una fonte di energia elettrica e sono meno ingombranti, soprattutto durante i viaggi.
Gli OA sono ben tollerati dalla maggior parte dei pazienti e l’aderenza terapeutica potrebbe essere migliore rispetto alla C-PAP.