Con il termine Odontofobia ci riferiamo ad un fenomeno di estrema paura dei dentisti e delle cure dentistiche. L’esposizione, l’osservazione o persino il nominare argomenti legati al dentista solitamente producono una forte reazione ansiosa.
Si osservano sintomi come sudorazione, tachicardia, iperventilazione, nausea, bocca secca o ipersalivazione, fiato corto, tremori e altri sintomi fisiologici, tipici dell’ansia e del panico.
Questa intensa reazione, unita ai frequenti evitamenti dello stimolo fobico possono arrivare a compromettere la vita di chi ne è affetto e a causargli estremo disagio.
Da anni ormai l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha riconosciuto l’Odontofobia come una problematica di interesse clinico e si stima che ne sia affetto il 15/20 % della popolazione mondiale (Seligman, Hovey, Chacon, & Ollendick, 2017). Quindi un essere umano su 5 ha paura del dentista.
Tra le varie terapie abbiamo a disposizione la Pet Therapy, termine coniato nel 1964 dallo psichiatra infantile Boris M. Levinson che si riferisce all’impiego degli animali da compagnia.
In Italia questo termine è stato recentemente sostituito con quello più appropriato di interventi assistiti con gli animali (IAA), che consente di distinguere tra diverse tipologie di approcci, a seconda che prevalga la componente cosiddetta ludico-ricreativa (attività assistita con gli animali, AAA), quella educativa (educazione assistita con gli animali, EAA) o quella terapeutica (terapia assistite con gli animali, TAA). Dal 25 marzo 2015, quando il Ministero della Salute ha emanato le Linee Guida Nazionali per gli IAA(Interventi Assistiti con Animali), gli operatori certificati con relativa idoneità possono iscriversi al portale telematico dedicato Digitalpet del Ministero Della Salute.
La Pet Therapy è certamente in grande diffusione e tra le esperienze più qualificate riconosciute anche a livello internazionale c’è quella dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze che rappresenta un esempio unico con esperienza ultradecennale, più di 20 tesi di laurea e pubblicazione di molti articoli scientifici e lavori internazionali.
Secondo le Linee Guida Nazionali i più adatti sono gli animali da compagnia come cani, gatti, conigli, asini e cavalli. Il cane è più frequentemente coinvolto perché ha delle caratteristiche comportamentali specifiche: capacità di approccio, spontaneità, empatia e spiccata capacità di collaborazione. Ovviamente ogni animale deve essere certificato sulla base di requisiti sanitari, comportamentali, attitudinali e di competenze valutati da un veterinario comportamentalista esperto in Pet Therapy. Tutti i cani, meticci o di razza che siano, possono avere queste caratteristiche, ma in particolare la razza Golden Retriver ha doti geneticamente sviluppate che sono fondamentali in ambito sociale.
La Pet Therapy risulta molto efficace nei casi di Odontofobia pediatrica.
Il dentista può incontrare delle difficoltà con il paziente, sia per la paura della visita/terapia sia che si tratti di vera e propria odontofobia, con disagio anche per il genitore che vede peggiorare la salute della bocca del bambino. Mai come durante la fase di pandemia c’è stato un peggioramento psicologico da parte dei bambini rispetto alla visita medica odontoiatrica.
La situazione in Italia sembra incoraggiare questo approccio terapeutico tanto che l’Ospedale Cariggi di Firenze ha introdotto la pet therapy anche in terapia intensiva. Altri esempi sono l’Ospedale Niguarda di Milano e l’Istituto San Giovanni di Dio Fatebenefratelli di Genzano (Roma). In Veneto, Trentino Alto Adige, Toscana, Emilia Romagna e in quasi in tutte le regioni esistono contesti d’intervento con animali, dalle case di cura, alle scuole, agli studi dentistici privati.
A Torino nei vari ospedali, Regina Margherita, Martini, Maria Vittoria, Istituto di Candiolo.
Una bella esperienza è quella in Dental School con il progetto “Basta una zampa”, proprio sull’intervento della Pet Therapy in ambito di prima visita odontoiatrica e di terapia.
Riferimenti bibliografici per approfondimenti
- Benson, “The relaxation response” , Harvard University USA , 1975.
- Mc Donald R.E., Avery D.R., “Odontoiatria per il bambino e l’adolescente”, Antonio Delfino
- Editore Roma, 2002.
- Casilli C., D’Avenia R., “La paura del trattamento odontoiatrico”, Istituto di psicologia
- generale e clinica, Università degli studi di Firenze, 2006.
- Ministero della Salute “Linee guida nazionali per la promozione della salute orale e la
- prevenzione delle patologie orali in età adulta”, Roma, 2009.
- Manuale Operativo Regionale in IAA, a cura del Gruppo di Lavoro MOR del Progetto Net
- Pet Therapy, pag.69, 2010.
- Schulte medico dentista, “Fobia dentale: la paura del dentista” , Lucerna / Svizzera,
- Reed, Ferrer, Villegas, “Natural healers: a review of animal assisted therapy and activities
- a complementary treatment for chronic conditions”, 2012.
- Lupatelli, S. De Giorgio, S. Colombo, S. Caruso, A. Montedori, M. Nardone “Scale
- psicometriche validate per misurare la paura-ansia dentale in bambini e adolescenti in
- Italia” Roma, 2016.