OMCeO:”Nessun attacco politico. Commentare un documento in modo critico e deciso non equivale a mancare di rispetto”

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COMUNICATO STAMPA

   A seguito degli articoli di stampa apparsi in questi giorni in merito all’audizione del Presidente dell’Ordine di Torino, si ritiene opportuno chiarire la posizione ufficiale dell’OMCeO, riprendendo gli elementi essenziali del testo presentato alla IV Commissione del Consiglio Regionale sul Piano Socio-Sanitario Regionale 2025-2030 (PSSR).

           In premessa, è doveroso precisare che non vi era alcuna intenzione di formulare attacchi politici o personali. Commentare, anche in modo critico e deciso, un documento non equivale a mancare di rispetto a chi ne ha curato la redazione. Se le nostre parole sono state percepite diversamente, evidentemente abbiamo commesso un errore nella forma,  non certo nella sostanza. Riteniamo, infatti, che sia un dovere di lealtà nei rapporti istituzionali esprimere con autonomia e indipendenza il proprio punto di vista, soprattutto quando viene formalmente richiesto. Le osservazioni che seguono, tutte elencate in audizione,  vogliono dunque rappresentare un contributo tecnico e costruttivo, elaborato nello spirito di un confronto leale e collaborativo con le istituzioni regionali.

1.      Nel documento di Piano manca  un capitolo dedicato ai dati epidemiologici, anche i più semplici, inerenti alla popolazione del Piemonte, quali: prevalenza delle diverse patologie, cause di morte per età, loro andamento negli anni, differenze tra ASL, utilizzo dei servizi. Tutti dati che permetterebbero di individuare le priorità di intervento. In questo modo sarebbe possibile comprendere i criteri in base ai quali, per esempio, sono state inserite nel capitolo “potenziare le reti clinico-assistenziali e tempo dipendenti” (l’unico dove vengono citate patologie) tre particolari patologie: fibromialgia, fibrosi cistica ed endometriosi e non altre.

2.       Non è definita concretamente la strategia con cui si intende affrontare la  carenza di personale; è assente nel piano un confronto tra l’attuale distribuzione del personale nelle ASO/ASL e i fabbisogni presenti e previsti nei cinque anni di vigenza del Piano.

3.      Per quanto riguarda la prevenzione non è affrontato il tema ambientale (se non         rimandando al documento del Piano Regionale di Prevenzione), focalizzando tutta l’attenzione su vaccinazioni, screening, corretti stili di vita.

4.     Un altro tema assente è quello del contrasto alle disuguaglianze di salute, in particolare per quanto riguarda l’accesso ai servizi. Di fronte alla grave situazione della salute in carcere , di “potenziare l’assistenza penitenziaria con il supporto delle nuove tecnologie” e l’ipotesi di interventi per i senza dimora e solo alcune frange delle persone immigrate.

5.     Il Piano non affronta tematiche complesse, come quelle inerenti al fine vita. L’Ordine ritiene importante promuovere un approccio basato sulla centralità della persona, sulla dignità del paziente e sul potenziamento delle cure palliative, sia in ambito ospedaliero che territoriale. 

6.      Non sono definiti  i ruoli che dovranno svolgere le diverse figure professionali all’interno della casa della comunità, la relazione funzionale tra questa, le altre strutture territoriali (AFT, studi di MMG, PLS e sedi di distretto), i servizi sociali e l’assistenza domiciliare. Neppure vi sono indicazioni per orientare  l’organizzazione degli ospedali di comunità, il loro ruolo di cerniera tra assistenza sul territorio e assistenza in ospedale (stabilizzazione dei pazienti scompensati a domicilio e deospedalizzazione precoce).

7.     Nel Piano non vi è una descrizione dei rapporti di  rete tra i nuovi ospedali e tra di essi e quelli esistenti. A Torino e Provincia si costruiranno 4 nuovi ospedali di scala differente (hub, Hub e spoke, spoke). E’ importante conoscere non solo il totale dei posti letto ma anche la dotazione delle singole specialità e le interdipendenze tra le diverse strutture ospedaliere con i flussi di ricovero prevedibili dalle diverse aree di residenza.

La richiesta dell’Ordine dei Medici di Torino  è che il Consiglio Regionale decida di prendersi il tempo necessario (4-5 mesi) e riveda il piano sanitario alla luce delle nostre osservazioni.  L’intento  è offrire elementi di riflessione e suggerimenti utili a rendere il Piano sempre più aderente ai bisogni di salute della popolazione piemontese e sostenibile per gli operatori del sistema sanitario.OmCeo ribadisce la propria piena disponibilità a collaborare con la Regione Piemonte per la messa a punto definitiva del Piano Socio-Sanitario 2025-2030, con spirito costruttivo, non di parte e orientato al bene della salute pubblica. 

 

Torino,  29 ottobre  2025