Questo è quanto ricostruito dalla presidente dell’ARCI di Lecce Anna Caputo, raggiunta telefonicamente dall’ufficio stampa dell’OMCeO di Torino. “Quando si decide di chiudere un Cara lo si deve fare con un tempo congruo di preavviso, per gestire tutta una serie di casi particolari che richiedono una sistemazione adeguata e che gli enti territoriali devono valutare e risolvere. Non si può chiudere un Cara in due giorni, specialmente quando sono stati accertati casi complessi come quello di una donna a rischio di gravidanza pre-termine, senza un minimo di tutela nei suoi confronti” dichiara Caputo.
“Come medici siamo preoccupati da questa vicenda, su cui ci sono ancora molti punti da chiarire, ma che è un’evidente violazione del diritto alla salute che la nostra Costituzione dovrebbe garantire” afferma il Presidente dell’Ordine Dott. Guido Giustetto. “Il Codice deontologico ci ricorda che non devono esserci distinzioni di età, di sesso, di etnia, di religione, di nazionalità, di condizione sociale, di ideologia assumendo come principio il rispetto della vita, della salute fisica e psichica, della libertà e della dignità della persona e dei suoi diritti fondamentali.”
Lasciar viaggiare in treno da sola una donna, una madre che può iniziare il travaglio in qualsiasi momento, non è, a nostro avviso, solo una violazione della dignità della persona e dei suoi diritti fondamentali, ma un esempio di vera crudeltà. Risulta doveroso a questo punto chiederci se episodi come questo – che rinnegano e annullano la dignità umana – non abbiano lo scopo di assuefarci a tale crudeltà, così da farceli sembrare normalità quotidiana.
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