L’Ordine provinciale dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Torino chiede al più presto gli opportuni chiarimenti alla Giunta regionale del Piemonte e nello specifico all’assessore alla Sanità Luigi Icardi in merito all’ipotesi formulata su alcuni organi di stampa di impiegare nei pronto soccorso ospedalieri medici neolaureati e privi di specializzazione.
In particolare, l’Ordine chiede alla Regione se prima di elaborare questa possibilità ci sia stato un adeguato confronto con l’Università, in che modo siano stati definiti i criteri della formazione e degli eventuali tirocini, come sia stato calcolato il fabbisogno di circa 150 medici e con quali parametri. Infine, quale sarà l’inquadramento contrattuale previsto per chi sarà impiegato in questo servizio, quale copertura assicurativa, e quali le ricadute nei termini del prosieguo del percorso lavorativo.
“Prima di esprimere un giudizio definitivo occorre conoscere i contenuti del provvedimento – sottolinea il presidente dell’Ordine Guido Giustetto -. Di certo la carenza di medici specialisti è causata da un problema di politica sanitaria e di mancata organizzazione su cui come Ordine sollecitiamo interventi da almeno 10 anni”.
“Occorre fare qualcosa – aggiunge Giustetto -. Tuttavia ci chiediamo se davvero non ci siano alternative a questo provvedimento, anche alla luce del fatto che i pronto soccorso sono i punti più delicati degli ospedali e anche la valutazione di codici meno urgenti rappresenta spesso un’insidia. In quel contesto abbassare la qualità dell’assistenza può essere decisamente rischioso. Sollecitiamo l’assessore Icardi a convocare un tavolo di confronto con l’Ordine, per altro già previsto da un protocollo tra Fnomceo e Conferenza delle Regioni, dove esaminare tutte queste tematiche. Il problema non è solo quello di coprire i turni, ma di salvaguardare la salute dei cittadini”.
L’Ordine chiede dunque l’adozione di soluzioni alternative per far fronte immediatamente alla carenza di medici nei pronto soccorso.
In particolare:
– rendere più appetibile il lavoro in pronto soccorso con un riconoscimento specifico legato all’incarico;
– incentivare e non impedire la copertura dei turni in pronto soccorso attraverso lo spostamento temporaneo di specialisti anche fra aziende sanitarie differenti, con la formula della prestazione a gettone;
– assumere gli specializzandi del quarto e quinto anno con contratti a tempo determinato, attuando quanto previsto dal decreto Calabria;
– allargare la rete formativa con il coinvolgimento di un maggior numero di ospedali.