Il 29 dicembre scorso il quotidiano La Stampa porta in prima pagina un richiamo all’Italia che cambia. Un’Italia che avrebbe ormai accolto il così detto “turismo odontoiatrico” cioè il flusso organizzato tramite agenzie per il trasporto di cittadini che dal nostro Paese si recano in paesi dell’est Europa per essere sottoposti a trattamenti medico odontoiatrici. “Da Cuneo alla Croazia con i pendolari dei denti“ questo il titolo dell’articolo proposto dal quotidiano e che invece di analizzare, dal punto di vista giornalistico, un fenomeno culturale importante, sembra più interessato ad una comparazione di tariffe di prestazioni mediche, offrendo l’idea di un vero e proprio “paradiso del sorriso” low cost e in tempi rapidi.
Una modalità di fare comunicazione inaccettabile – afferma Gianluigi D’Agostino – Presidente della Commissione Albo Odontoiatri (CAO) di Torino – perché innanzitutto lede il diritto dei cittadini ad una informazione corretta e chiara, restituendo una rappresentazione della realtà professionale italiana distorta e non veritiera”. Sembra poi assurdo che un professionista del settore comunicazione non tenga conto della diversità di contesto a partire dai percorsi formativi pre e post laurea, dei costi della gestione degli studi odontoiatrici italiani, del rispetto di regolamenti e norme tra le più garantiste per il paziente degli stati europei, degli standard di qualità che non sono in funzione di un parametro economico.
“Informazione e pubblicità non possono essere confusi – continua D’Agostino- e un giornalismo di qualità non può ridursi ad un sentito dire, ad una narrazione enfatica senza confronti. Non è stato chiesto alcun parere ad un rappresentante dell’odontoiatria del nostro paese né di istituzioni pubbliche quali gli Ordini professionali né di Associazioni rappresentanti di categoria, quali ANDI, AIO e SUSO”
L’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Torino (OMCeO) e la Commissione Albo Odontoiatri di Torino (CAO) trovano inaccettabile questo tipo di informazione che contravviene ad uno dei primi obiettivi della professione – cioè la tutela della salute pubblica che necessariamente passa anche da una informazione certificata.
È un danno per tutti i cittadini essere disorientati da un giornalismo che si limita a fare da cassa di risonanza a strutture che fanno del basso costo il loro cavallo di battaglia, senza una minima valutazione qualitativa dell’offerta e senza mai fare riferimento ai principi di base della nostra professione: etica e deontologia.
La Federazione nazione degli Ordini (FNOMCeO), la CAO nazionale con il suo Presidente Giuseppe Renzo, molti ordini provinciali – tra cui proprio Torino – portano avanti da anni un impegno concreto di costruzione di una buona comunicazione sulla salute che sia un reale servizio per i cittadini e che consenta loro di essere ben informati. I giornalisti dovrebbero condividere questo impegno e distinguere chiaramente tra Professione intellettuale ed attività commerciale.
Per questo impegno comune gli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, enti istituzionali ausiliari dello Stato, sono sempre a disposizione per chiarire qualsiasi dubbio o perplessità e per assolvere ad uno dei doveri comuni di medici e giornalisti: la qualità della informazione. Solo così può esserci un’Italia che cambia.