Dodici storie, dodici profili di uomini che vivono il dramma del carcere: l’innocente condannato, lo spacciatore, l’imprenditore vittima della tossicodipendenza, il russo che ha già passato l’esperienza del gulag, il camorrista. Dodici uomini, dodici monologhi di 12 attori, alcuni dei quali nella vita sono medici o odontoiatri, per raccontare la realtà della detenzione sulla propria pelle e su quella delle persone che hanno condiviso parte della loro vita.
Il 15 dicembre, alle Fonderie Limone di Moncalieri, alle 21 va in scena “12 Uomini”, un lavoro diretto da Elio Marchese e firmato da Pino Riotto, medico dentista nelle carceri liguri e già assessore del Comune di Sanremo mancato nel 2023. Un’opera teatrale partita con successo dalla Liguria, un’occasione per riflettere sui drammi vissuti all’interno delle prigioni italiane, sempre più incapaci di svolgere il compito a cui sono chiamate.
Lo spettacolo è gratuito, organizzato dall’Ordine dei Medici e odontoiatri di Torino (con il contributo della FNOMCeO, la Federazione degli Ordini) e patrocinato dal Comune di Moncalieri.
L’iniziativa di OMCeO, che da tempo segue da vicino il forte disagio vissuto dai detenuti, non solo dal punto sanitario, si inserisce nel filone delle attività culturali rivolte alla cittadinanza con la finalità di proseguire nell’impegno di promuovere l’informazione e la conoscenza al di fuori dell’ambito strettamente medico. Il progetto vuole raccontare la sofferenza umana durante il periodo di reclusione e le ripercussioni sulla salute delle persone coinvolte in prima persona e di chi gli sta vicino. Un percorso di riflessione e di approfondimento culturale e scientifico su questioni di interesse generale, un nuovo format di comunicazione per la collettività.
Ciascuno dei personaggi – racconta il regista e sceneggiatore Elio Marchese – racconta la sua esistenza con toni forti, crudi, ma reali. Un messaggio che affronta il tema della violenza nei suoi vari aspetti”
Emanuele Stramignoni è consigliere dell’Ordine dei Medici di Torino e responsabile scientifico di questa iniziativa: “Con questo spettacolo – spiega – il pubblico può confrontarsi con storie vere, intense e, purtroppo, estremamente attuali, che coinvolgono sia chi si occupa di salute sia la popolazione generale”. “Tra i detenuti – aggiunge – vi sono spesso persone fragili che non riescono a fronteggiare la separazione dal loro ambiente, l’isolamento dalle loro relazioni. E perdono la speranza nel futuro, arrivando fino al suicidio”.
Torino, 12 dicembre 2025

