“TUTELARE CHI CURA PER DIFENDERE LA SANITÀ’ PUBBLICA”. UN’INDAGINE E UN VADEMECUM MESSO A PUNTO DA TUTTI GLI ORDINI PROFESSIONALI SOCIO-SANITARI CHE CHIEDONO SUPPORTO ALLE ISTITUZIONI PER PROMUOVERE BENESSERE E RIDURRE BURNOUT E AGGRESSIONI. 

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Curare chi cura è un dovere che migliore l’efficacia e che paga anche dal punto di vista economico. Il benessere di  tutti i lavoratori della sanità, dai medici ai tecnici, dagli infermieri agli operatori socio-sanitari alle assistenti sociali, contribuisce a migliorare  l’intero sistema, mentre stress e burnout lo minano, provocando frustrazione e desiderio di fuga dal pubblico. Chi sta male lavora male, è il principio che dovrebbe ispirare chi guida la sanità pubblica.

Di tutto questo si parla il 5 novembre nella Sala Trasparenza del Grattacielo della Regione in Piazza Piemonte 1, (orario 9,30-17) in un convegno dal titolo  “Tutelare chi cura per difendere la sanità pubblica”. L’iniziativa è a cura del Gruppo Piemontese Inter-Ordini “Benessere degli operatori  socio-sanitari  e contrasto allo stress lavoro correlato e al burnout” che coinvolge medici e odontoiatri, psicologi, infermieri, tecnici sanitari e di radiologia medica, fisioterapisti, farmacisti, biologi, assistenti sociali, medici veterinari, ostetriche, un organismo nato nel 2021 su proposta dell’Ordine dei Medici e odontoiatri di Torino. Lo scopo primario è sensibilizzare e aiutare le organizzazioni sanitarie e sociali (Asl, ospedali, medicina di territorio, servizi sociali, enti pubblici e istituzioni) a supportare e tutelare i professionisti prendendosi cura del loro benessere e offrendo a loro il necessario sostegno psicologico e organizzativo. Dalla collaborazione attorno a questo obiettivo è stato redatto un Vademecum “Aiutiamo chi cura. Istruzioni per l’uso”, ovvero raccomandazioni consegnate alle istituzioni per prevenire lo stress lavorativo e promuovere il benessere organizzativo degli operatori sanitari e sociali. 

I NUMERI DEL DISAGIO 

L’aggiornamento è elemento indispensabile per comprendere lo stato di salute del personale sanitario.  Nel 2023, dopo una prima indagine dell’Ordine dei medici di Torino che si è svolta nel 2022 e ha rivelato la gravità delle conseguenze dello stress da lavoro, il Gruppo Inter-Ordini ha elaborato un questionario sottoposto a tutti gli iscritti dei vari Ordini, invitati a compilarlo su una piattaforma digitale predisposta dal Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino. L’indagine (fra gennaio e giugno 2023) ha coinvolto 2.558 professionisti, il 75% donne. Alla domanda se provavano malessere il 90% ha risposto Sì.

LE CAUSE 

Il carico di lavoro (56,6%) e in particolare i compiti di tipo burocratico (48%); lo scarso riconoscimento del lavoro svolto e delle fatiche (55,1%) e le retribuzioni non adeguate (53,5%) ; il tempo sottratto alla famiglia e alla vita privata (48,5%) e la perdita di prestigio (43,7%); il rapporto con i propri colleghi e superiori (41,9% e 40,8%); il lavoro in solitudine (39,6%) ; l’esposizione alle violenze (30,1%); la scarsa autonomia lavorativa (37,2%).

CONSEGUENZE

Stress e patologie correlate (66,4%); ansia e depressione (52,2%); distacco, demotivazione e cinismo (52,2%); tensioni e conflitti con i colleghi (53,1%) e con i pazienti e i loro familiari (50,1%); i sentimenti di rabbia, impotenza e inutilità (50,5%); dimissioni e pensionamenti anticipati (43,9%), gli errori, le omissioni e gli incidenti (47,8%), i comportamenti controproduttivi (45%), l’isolamento (41,2%);varie ricadute negative sull’organizzazione (come assenteismo (42,3%); conflitti e contenziosi (45,4%); aumento della spesa sanitaria (43%) e anche sulla vita familiare (40,9%).

RICHIESTE DI SUPPORTO 

Solo il 23% ha dichiarato di ricevere qualche tipo di supporto professionale.Alla domanda (“Che genere di supporto professionale pensa che sarebbe utile?”) queste le risposte: La dimostrazione che la mia organizzazione di lavoro si preoccupa del mio benessere (18,2%); l’identificazione di modalità operative che riducano lo stress (15,4%); l’opportunità di discutere di pazienti o situazioni che trovo difficili (9,3%); un aiuto a sviluppare strategie per affrontare situazioni che trovo difficili (9,3%). E ancora:  un ambiente sicuro in cui posso condividere i miei conflitti, insuccessi e timori (8,2%);la possibilità di sviluppare e mantenere una consuetudine ad aver cura di sé (6,5%). Rilevante, infine, la percentuale di persone che non hanno risposto a questa domanda (29,8%). Il Comitato Inter-Ordini ritiene che di fronte  alle esplicite richieste di misure sia indifferibile mobilitare i CUG, i Comitati Unici di Garanzia, la cui costituzione in tutti gli enti pubblici è normata dalla Legge 183 del 2010, ma che in alcuni enti semplicemente non sono operanti, mentre buona parte del personale ne ignora l’esistenza o le funzioni. Tra i compiti del CUG rientra l’identificazione delle situazioni e delle fonti di disagio per il personale, la promozione di  azioni e iniziative atte a rimuoverle e a favorire condizioni di benessere lavorativo. Una riflessione importante riguarda i giovani professionisti, che sembrano in costante riduzione, attratti da altre professioni meno stressanti o più rispettose della vita privata. Quando poi vengono reclutati nel sistema sanitario o nei servizi sociali, ben presto vanno incontro a malesseri e delusioni tali da minarne la salute e soprattutto la motivazione. Di qui il fenomeno del “quiet quitting”, l’abbandono silenzioso del SSN verso la sanità privata o verso altri Paesi o persino fuori dalle professioni d’aiuto. Anche le donne nelle professioni sanitarie e sociali vanno spesso incontro a seri problemi per lo più legati a persistenti discriminazioni di genere, anche di tipo retributivo.  

Una richiesta urgente  alle istituzioni è in parte già contenuta nella recente “Carta di Bucarest” elaborata nel marzo 2023 dall’Ufficio Regionale per l’Europa dell’OMS (WHO, 2023), che identifica nelle professioni di cura “la spina dorsale di qualsiasi sistema sanitario” e riconosce come i sistemi sanitari nazionali incontrino varie “difficoltà nel soddisfare la crescente domanda di servizi sanitari…”. Queste difficoltà, aggravate dalla pandemia del COVID-19 ma da tempo preesistenti, evidenziano “la necessità di proteggere la salute mentale e fisica e il benessere dei lavoratori, molti dei quali continuano a sperimentare stress, burnout e violenza, e per alcuni l’abbandono del proprio lavoro”. La  “Carta” suggerisce che  “per compiere progressi significativi è importante coinvolgere tutte le figure chiave interessate”, compresi i rappresentanti del personale di cura e assistenza. Se l’obiettivo da perseguire è la difesa della buona cura del paziente (o della sicurezza sociale dell’utente), la prima raccomandazione alle istituzioni che gestiscono i servizi socio-sanitari è dimostrare agli operatori che l’organizzazione e la sua dirigenza non solo non li hanno abbandonati alla loro sorte ma si preoccupano del loro benessere e della qualità della loro vita lavorativa, adottando nei fatti una cultura organizzativa attenta a prevenire lo stress, il burnout e le aggressioni, e che non si basi sul primato delle ragioni economiche, sull’imposizione di carichi di lavoro sempre più onerosi, sull’assenza totale di momenti di ascolto e di spazi di supporto e sulla frequente colpevolizzazione degli insuccessi terapeutici o assistenziali.

L’ appuntamento del 5 novembre rappresenta dunque un’importante occasione di riflessione. Il convegno sarà aperto dai saluti dell’assessore alla sanità Federico Riboldi e dall’intervento del presidente dell’Ordine dei medici Guido Giustetto. Seguirà la presentazione del Gruppo Inter-Ordini e dell’indagine sul benessere degli operatori sanitari e sociali a cura di Mario Perini e Francesco Novello. Alla tavola rotonda in programma alle 10,40 partecipa anche il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta. E alle 12 è in calendario la presentazione e la discussione del Vademecum. Nel pomeriggio le testimonianze di curanti, dirigenti e utenti, con un approfondimento sul tema delle fatiche e dei rischi per il personale di cura e assistenza e sul necessario supporto psicologico.

Torino,  1 novembre  2025