Nuovo Piano socio-sanitario: le priorità dell’Ordine dei Medici di Torino in Consiglio regionale

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Oggi  pomeriggio il presidente dell’Ordine dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri di Torino  Guido Giustetto, insieme con gli altri presidenti degli Ordini piemontesi,  è intervenuto in audizione nella  IV Commissione- sanità del Consiglio regionale del Piemonte per “un approfondimento propedeutico alla stesura del nuovo Piano  socio-sanitario”. Non si trattava di un incontro per valutare il documento tecnico elaborato dall’assessorato, l’obiettivo della Commissione con la convocazione  agli Ordini era chiarire i punti che si ritiene essenziale evidenziare nel futuro Piano socio-sanitario.

Sono tre  i punti sottolineati dal presidente dell’Ordine di Torino:  la carenza di medici la  nel Servizio sanitario nazionale, la necessità di riempire di contenuti il Decreto ministeriale 77 sull’organizzazione delle Case della Comunità,  garantire  una formazione professionalizzante, elastica, interdisciplinare in accordo con l’Università degli Studi,  e definire con urgenza il ruolo dei vari modelli assistenziali  e le loro relazioni.

Sul primo punto, Giustetto rileva che per i medici specialisti e ospedalieri la carenza è una delle cause delle liste d’attesa, mentre per i medici di medicina generale  crea preoccupanti  zone scoperte nell’assistenza  di base. “Si devono  applicare  misure – spiega – che aumentino l’attrattività del SSN incidendo sulla semplificazione delle modalità di inserimento nel Servizio Sanitario nazionale, adeguando i compensi, pensando a contratti integrativi regionali differenziati per specialità più o meno aperte al privato, valorizzando il ruolo e la carriera dei professionisti tenendo conto della specificità di genere, considerato  che il numero di mediche in prospettiva sarà superiore a quello dei colleghi.  La burocrazia non deve prendere il sopravvento ed è prioritario lavorare con serenità, ovvero  garantire tempo adeguato per le visite, sostegno, protezione dalle violenze” .

Per quanto riguarda l’organizzazione delle Case della Comunità,  è importante ripristinare e sviluppare le competenze dei medici delle cure primarie, anche per ridurre l’attività specialistica inappropriata. Fondamentale, aggiunge Giustetto “è dare  risposte alle richieste dei pazienti: trattare con tempestività e in prima persona i “veri” problemi e  imparare a fronteggiare le richieste di cure anche in termini di appropriatezza. Che fine hanno fatto, ad esempio, i 235 milioni previsti dalle legge di bilancio del 2020 per l’acquisto di apparecchiature sanitarie per i medici di medicina generale? “.

Un altro punto importante è gestire la cronicità, accelerando le diagnosi e monitorando eventuali peggioramenti della malattia. I pazienti devono essere seguiti  sul territorio dopo  le dimissioni e durante  il follow-up e  gli ospedali di comunità devono essere utilizzati per stabilizzare condizioni in via di scompenso e velocizzare la dimissione dagli ospedali. Un passo imprescindibile è qualificare l’assistenza domiciliare per i pazienti non autosufficienti”. L’intelligenza artificiale, sottolinea poi il presidente OMceO “può essere utilizzata con la consapevolezza dei suoi limiti e rischi secondo il progetto di Agenas”.

Infine, secondo il Presidente di OMCeO, è indispensabile che nel Piano socio sanitario siano definiti i rapporti tra ospedali all’interno della rete ospedaliera (Hub e spoke), il ruolo degli Ospedali Comunità tra territorio e ospedale e i rapporti tra AFT, le Aggregazioni funzionali territoriali, le Case della Comunità e il  Distretto.

Torino, 9 giugno 2025