Viviamo in un’epoca in cui l’immagine personale è fondamentale tanto da assumere un ruolo centrale nella vita quotidiana, portando i giovani a cercare soluzioni per migliorarla e questo aumento della domanda di trattamenti estetici tra gli adolescenti solleva alcune preoccupazioni etiche, richiedendo al professionista della medicina estetica una valutazione attenta e consapevole.
Secondo le stime ufficiali, diffuse dalla SICPRE (Società italiana di chirurgia plastica ricostruttiva-rigenerativa ed estetica), i trattamenti di medicina e chirurgia estetica hanno avuto un incremento di almeno il 20% nell’ultimo anno, di cui +67% rispetto al 2019 e +130% rispetto al 2020.
Uno studio condotto nel 2018 dichiara che ben il 73% delle adolescenti italiane ha dichiarato di aver utilizzato trattamenti estetici per correggere i difetti più comuni, come l’acne, le smagliature e le cicatrici. Ma sono in aumento anche le richieste di trattamenti per migliorare l’aspetto del viso, come il filler delle labbra ed il rinofiller.
In un’epoca dominata dalle immagini perfette e dai canoni estetici imposti dai social media, è emersa una tendenza preoccupante tra i giovanissimi: un vero e proprio boom di ritocchini già a 14 anni. Labbra e zigomi rifatti per seguire gli standard di bellezza dettati dagli idoli social, alimentando la voglia di sentirsi più accettati tra i coetanei.
Questo trend è dovuto a diversi fattori, tra cui la crescente attenzione ai social media, che espongono i giovani ad immagini di bellezza idealizzata, e l’aumento dell’attenzione al benessere psico-fisico.
Il benessere psicologico dei giovani è certamente un elemento chiave per cui occorre valutare a fondo lo stato emotivo e psicologico dei pazienti, ma anche le loro motivazioni, specialmente in un’epoca in cui l’aspetto è spesso enfatizzato nei social media. I disturbi psicologici legati all’estetica sono sempre più diffusi tra i giovani, con un impatto significativo sulla loro autostima e sul loro benessere. Pertanto, la valutazione dell’idoneità del paziente ai trattamenti estetici è essenziale per garantire loro una tranquilla interazione sociale.
Uno degli aspetti più inquietanti di questa tendenza è l’uso diffuso di kit fai da te, facilmente reperibili online a prezzi incredibilmente bassi. Dai kit di botox, acquistabili con appena 60 euro, alle penne usa e getta e alle fialette di acido ialuronico, i giovani imparano a manovrare questi strumenti attraverso tutorial online. Una pratica non solo pericolosa, ma anche potenzialmente dannosa per la salute.
Da un punto di vista etico, gli interventi estetici non dovrebbero essere eccessivamente invasivi e snaturanti. I trattamenti di medicina estetica dovrebbero mirare a migliorare la vita dei pazienti, riducendo il disagio, legato all’aspetto e migliorando il loro equilibrio psicologico, favorendo l’integrazione sociale, affettiva e lavorativa. Ma nessun chirurgo plastico dovrebbe intervenire sui giovani.
Negli Stati Uniti, gli interventi di chirurgia plastica tra gli under 25 hanno conosciuto una crescita esplosiva negli ultimi anni, e questa tendenza sta rapidamente prendendo piede anche in Italia. Le richieste di interventi per rendere le labbra più definite, alzare la punta del naso o correggere lo sguardo sono sempre più frequenti, anche tra color che non hanno ancora rughe visibili.
In Gran Bretagna, la situazione è sfuggita di mano al punto da richiedere l’intervento legislativo, vietando per legge il ricorso dei minorenni al botulino. La “toxic teen generation” è stata definita così per sottolineare la pericolosità della tossina botulinica tra i giovani.
In Italia qualche tempo fa la Società Italiana di Medicina Estetica lanciò un allarme: un numero crescente di giovanissimi desidera sottoporsi a pratiche di medicina estetica e non rifugge l’idea del ritocchino. La ricerca dell’Università Magna Grecia di Catanzaro aveva analizzato il tema del legame tra giovani e chirurgia estetica ed era emerso che sempre più ragazze di età compresa tra 13 e 18 anni si rivolgono ai centri di medicina estetica per rifarsi il seno o intervenire su gambe e fianchi, invece i maschi della stessa fascia di età si rivolgevano al chirurgo plastico per rifare naso e muscoli.
Spesso questi giovanissimi pazienti vengono accompagnati dalla madre che, a sua volta, si è sottoposta frequentemente a ritocchini ed interventi estetici.
I dati emersi dall’indagine fanno riflettere:
- il 17,7% dei giovani intervistati vorrebbe migliorare una parte del corpo ricorrendo alla medicina estetica e della chirurgia plastica
- il 15,8% delle ragazze e il 3,3% dei ragazzi ha già usufruito della medicina estetica per curare acne, ridurre i peli e le smagliature, correggere il naso, le orecchie o il seno.
- il 14,6% dei ragazzi dichiara che sa di qualche familiare che si è già sottoposto ad un intervento di medicina estetica
- il 12,6% confessa che il suggerimento di rivolgersi al chirurgo plastico è arrivato direttamente da uno dei genitori