Prosegue e si arricchisce di un importante gesto di solidarietà Torino Street Care, la campagna di test antigenici rapidi dell’Ordine dei Medici di Torino e delle associazioni di volontariato a protezione delle fasce deboli, con l’obiettivo di individuare e contenere possibili contagi da Covid nelle strutture che ospitano e assistono le persone più fragili.
Un gruppo di ex compagni di classe, “la III G”, del Liceo D’Azeglio di Torino ha deciso di sostenere il progetto con una donazione di 4.000 euro nel ricordo di tre di loro, Elisabetta Cordara, Emilio Gossi, Sergio Pipino, scomparsi nel corso degli anni. Un atto speciale, dicono i compagni, “per onorare la memoria di tre persone speciali, dal grande cuore, che abbiamo conosciuto quasi 50 anni fa e che ricordiamo ancora”.
Il contributo verrà dunque utilizzato per supportare l’iniziativa, realizzata in collaborazione con la Regione Piemonte, che ha fornito i test e i dispositivi di protezione, e con l’Asl Città di Torino.
Dall’avvio di metà dicembre sono già stati oltre 500 i tamponi effettuati a Torino e nell’area metropolitana dai medici dell’Ordine e dai volontari delle associazioni (Rainbow for Africa, Camminare Insieme, Ccm, World Friends, Danish Refugee Council, Gruppo Abele, oltre al Banco Farmaceutico che ha messo a disposizione i medicinali), in strutture come mense, dormitori, centri diurni, centri di assistenza sanitaria. A questo si aggiunge l’attività itinerante per le strade di Torino e cintura, rivolta alle persone senza fissa dimora.
I volontari (solitamente 6-8 ogni volta, fra medici, infermieri e logisti) si occupano di effettuare la registrazione delle persone, eseguire il tampone e processarlo, refertare il risultato e comunicarlo all’interessato. In caso di positività il referto viene registrato sulla piattaforma regionale Covid e viene effettuato un tampone molecolare.
“Siamo grati per questo grande gesto di sensibilità che va a supportare un’iniziativa importante – sottolinea il presidente dell’Ordine dei Medici Guido Giustetto -. Il nostro obiettivo era di garantire un’assistenza sanitaria minima per tutti, non lasciare indietro nessuno, anche nell’ottica di tutelare la salute pubblica. I numeri ci dicono che il progetto ha avuto un buon riscontro: continueremo nelle prossime settimane”.