Torino – 21 marzo 2019 – Nella seconda giornata della Bussola dei Valori della Rete Oncologica Piemonte e Valle d’Aosta è stata firmata a Palazzo Madama La Carta dei Valori dell’Informazione e della Comunicazione in Sanità (Carta di Torino 2019).
Per la prima volta, un gruppo di professionisti che lavorano in sanità, Giornalisti, Medici e Odontoiatri, Farmacisti, Infermieri, Psicologi e Assistenti Sociali e i rappresentanti dei rispettivi Ordini professionali, con i referenti della Comunicazione e Bussola dei Valori delle Aziende Sanitarie e l’Ufficio Stampa della Regione Piemonte, si sono riuniti per esaminare il rapporto tra gli attori della sanità e la persona caratterizzato dalla necessità di una puntuale e completa informazione aderente ai principi della deontologia, della correttezza, dell’obiettività, della responsabilità e del rispetto della persona.
Il metodo per la realizzazione della Carta di Torino 2019 si inserisce nel concetto più ampio di Clinical Governance, nella parte in cui definisce “l’interazione di una molteplicità di attori che si autogovernano, influenzandosi reciprocamente in un contesto ipercomplesso e variabile”, come quello della sanità, in cui è forte la necessità di lavorare in modo integrato per riaffermare l’importanza della qualità delle informazioni nel rispetto dei diritti inviolabili della persona come la tutela della salute, la cura, la dignità e l’autodeterminazione.
Il concetto di Clinical Governance fu espresso da Donalson, nel 1998, in “A First Class Service: Quality in the new NHS” e definito come quel “Sistema attraverso il quale le organizzazioni sanitarie si rendono responsabili per il miglioramento continuo dei loro servizi e garantiscono elevati standard di performance assistenziale, assicurando le condizioni ottimali nelle quali viene favorita l’eccellenza clinica”. Fu rielaborato estensivamente dal Gruppo italiano per la Medicina basata sulle Evidenze come una “Strategia mediante la quale le organizzazioni sanitarie si rendono responsabili del miglioramento continuo della qualità dei servizi e del raggiungimento-mantenimento di elevati standard assistenziali, stimolando la creazione di un ambiente che favorisca l’eccellenza professionale”, per arrivare ad una definizione più moderna come governance socio-sanitaria, o meglio Governance dei servizi alla persona, che ricomprende nel modello di governance i servizi al cittadino, i rapporti con la persona, la tutela della dignità del paziente nel suo reinserimento nella società fino alla prevenzione e promozione dei corretti stili di vita.
Un processo culturale che richiede tempo e che si inserisce in un sistema di valori condivisi, riconosciuti e diffusi di cui, l’informazione e la comunicazione, sono elementi strategici fondamentali.
La Carta di Torino 2019, alla base della Clinical Governance, quindi, rappresenta un punto di riferimento per gli operatori a cui questi allineano i comportamenti nella consapevolezza che il miglioramento continuo può essere raggiunto solo attraverso alcuni elementi essenziali quali la responsabilità, il coinvolgimento e la partecipazione, l’etica e il valore del lavoro.
Un’azione che assomiglia di più ad un lavoro di squadra (team work) che gioca una partita nella quale tutti i componenti, affiatati, si impegnano per raggiungere l’obiettivo comune che ha per fine, attraverso una comunicazione efficace, “prendere in carico”, “curare” e “rendere consapevoli” i cittadini delle proprie possibilità di salute.
Da questa premessa è importante affermare cosa NON ci si deve aspetta dalla Carta di Torino 2019:
– Non è un Codice Deontologico. Ogni Ordine ha un proprio codice di riferimento che resta la base di riferimento
– Non è un Regolamento. Di regolamenti si muore! Non si è voluto appesantire la Carta di regole
– Non è un Codice dei Doveri sanzionatorio, in quanto solo i codici deontologici rappresentano un corpus di regole di autodisciplina predeterminate dalla professione e come tali vincolanti per gli iscritti all’ordine.
Infine, non è una Carta dei Valori rivolta solo ai professionisti della Rete Oncologica. E’ di tutti. La Rete Oncologica ha dedicato il 2018 a due Valori contenuti nella sua Bussola, l’Informazione e la Comunicazione, e li ha sviluppati.
La Carta di Torino 2019 rappresenta nel panorama italiano la prima carta multiprofessionale che recepisce il punto di vista del singolo professionista nella difficoltà quotidiana di relazionarsi con gli altri, inserendo, tra le cause, il dilagare dei social media.
I 17 articoli, semplici e di largo respiro, sono il risultato di una lunga elaborazione e ri-elaborazione. All’inizio erano ben 32, corposi. Ma il gruppo, nei cinque incontri, si è concesso del tempo per riflettere, soppesare, valutare e ha restituito la sostanza dei princìpi di riferimento.
La scelta terminologica di riferirsi ai Professionisti della Salute anziché della Sanità non è stata casuale. Il termine Salute ha un rimando immediato alla definizione data dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ed esprime la ricerca “dello stato di benessere fisico, mentale e sociale …”
Gli articoli 1-8 fanno riferimento ai principi generali delle norme e dei codici deontologici professionali, alla responsabilità dei professionisti, ai diritti inviolabili della persona nelle sua globalità che comprende la sua interezza fisica, psichica, spirituale, sociale, culturale e di genere. Inoltre, sono state inserite misure di prudenza, articoli 9-12, per combattere le insidie nell’utilizzo di strumenti e piattaforme on line date dal moltiplicarsi delle fonti che favoriscono la circolazione di notizie false, non verificate e non verificabili, complicando il rapporto professionista-persona. Pensate che solo nel 2017 le fake news sui temi di salute sono state circa 400 (Fonte AIOM).
A tal proposito, ci si è chiesti quale terminologia utilizzare, social media piuttosto che social network o Web 2.0, ma l’evoluzione dei sistemi on line muta in maniera talmente veloce che la scelta è ricaduta nell’utilizzo di termini più generici e omnicomprensivi: “strumenti e piattaforme on line“.
Viene restituito valore alla funzione giornalistica in Azienda. Oggi i professionisti sanitari, oggettivamente, non hanno più necessità di ricorrere all’intermediazione del giornalista per pubblicare i propri lavori: possono farlo direttamente condividendo e divulgando i propri messaggi e quelli altrui. Le misure di prudenza, senza demonizzare le nuove tecnologie, riscoprono l’importanza del giornalista come “consulente” nella funzione di supporto per gli altri professionisti nella verifica delle notizie, nella semplificazione del linguaggio, nella scelta dei canali di diffusione.
Si è sentita, infine, la necessità di puntualizzare l’importanza dell’Ascolto dell’altro e il Tempo dedicato alla persona come tempo di cura. Ci si è chiesti se questa esigenza fosse anche dei giornalisti e la risposta è stata affermativa. A volte il giornalista, durante le interviste, pone domande e riceve informazioni, ed è importante che nel suo lavoro di intervistatore tenga presente la fragilità e la sensibilità della persona che racconta la propria malattia.
Gli articoli dal 13 al 16 riguardano il rapporto con il paziente che comprende la famiglia, il caregiver e ribadisce la necessità di coordinare e uniformare la comunicazione dei sanitari verso il paziente come voce unica del processo di cura. La Carta di Torino 2019, non ha la pretesa di essere un documento esaustivo, è il tassello di un processo culturale iniziato da tempo e che si inserisce nella governance dei servizi alla persona. Il confronto dei professionisti continuerà su argomenti rilevanti che potranno emergere in futuro.
Loredana Masseria
Coordinatrice del gruppo per il Progetto
“Carta dei Valori dell’informazione e della Comunicazione in Sanità”
Loredana.masseria@aslcittaditorino.it
In allegato la Carta Torino 2019