L’aspetto etico-deontologico molto complesso. La deontologia impone infatti al collaboratore di studio di non abusare del suo status ed altresì di non porre in essere condotte di concorrenza sleale. Il bilanciamento di questi principi è particolarmente difficile e rende auspicabile un’intesa tra titolare di studio e collaboratore sulle modalità di “sostituzione informativa” che, per un verso, consentirebbe di informare la ragione della imminente assenza del curante e, peraltro, rassicurare il paziente della continuità di cura da parte del soggetto che sostituirà il curante. Al di fuori di questo ambito l’informativa diretta al paziente si configura foriera di contenzioso.

Avendo curato pazienti per diversi anni, il collaboratore penso sia tenuto da un punto di vista etico-deontologico ad informare i pazienti del suo spostamento ed eventualmente anche del luogo in cui andrà a lavorare. Saranno poi i pazienti a decidere cosa fare in base al trattamento eseguito/da eseguire ed alle formue di pagamento concordate.