“Il Suo servizio è stato prestato in un ospedale pubblico, lo stesso sostituisce la specializzazione ai fini della partecipazione a pubblici concorsi secondo la previsione dell’art. 56 del DPR 483/97. Quanto alla possibilità di fare menzione delle Sue competenze, la stessa è consentita dalla legge sulla liberalizzazione della pubblicità (DL 233/06) purché l’indicazione non sia equivoca e fuorviante. Le è quindi consentito fare riferimento alla disciplina di settore senza tuttavia alcun riferimento al termine “specialista””.”

“Sono specialista in Endocrinologia e Malattie del Ricambio.
Le chiedo, in considerazione dei miei 30 anni di attività ospedaliera espletata nell’ambito della Medicina Interna, di cui gli ultimi 16 svolti come direttore in questa disciplina – potei concorrere per l’incarico di direttore di Medicina Interna per non possedendo il titolo accademico di specialista poichè all’epoca avevo maturato oltre 10 anni di anzianità nella disciplina, considerati equivalenti al titolo di specializzazione -, se posso fregiarmi anche del titolo di specialista in Medicina Interna oltre che di quello di Endocrinologia da me acquisito presso l’Università Cattolica del sacro Cuore di Roma in data 28/10/1992, e se ciò trova riconoscimento anche a livello assicurativo professionale.
Ciò al fine di mettere in campo, nell’espletamente della mia attuale attività libero-professionale, anche tutta l’esperienza maturata negli anni nell’ambito della Medicina Interna.”