“Marcia per la salute” in difesa della sanità pubblica – Sabato 27 maggio ore 14, piazza Carducci

OMCeO Torino aderisce alla MARCIA PER LA SALUTE, la manifestazione regionale in difesa della sanità pubblica, organizzata dal Comitato per il diritto alla tutela della salute e alle cure, a cui partecipano oltre 50 associazioni, sindacati, ordini professionali.

La manifestazione si terrà sabato 27 maggio alle ore 14 in piazza Carducci a Torino

Di seguito il testo dell’appello pubblicato dal Comitato. In allegato, la locandina e il manifesto

 

 

APPELLO per il DIRITTO alla TUTELA della SALUTE e alle CURE
Art. 32: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.

Si parla di diritto della persona (non cittadino residente, non cliente, non contribuente, ma “persona”) e di interesse generale, ovvero vantaggio comune derivante dallo stato di salute della popolazione. L’esperienza della pandemia da Covid ha dimostrato la lungimiranza della visione costituzionale: l’interdipendenza tra persone, popoli e Stati e l’evidente impossibilità di salvarsi da soli.

A proteggerci e a salvarci, pur tra drammatici eventi e perdite, ha operato il servizio sanitario nazionale nato con la L. 833/78 dai principi costituzionali, quindi ad accesso universale e pubblico, finanziato dalla fiscalità generale.

Le esperienze, le immagini, i racconti ci hanno restituito la potenza di una resistenza e di un impegno possibili solo per un’organizzazione fondata sul mandato del bene comune; infatti, il bisogno e la gratitudine si sono riversati sui professionisti della sanità territoriale e ospedaliera.

Quella fase ha evidenziato altrettanto la fatica di un sistema fiaccato da anni di definanziamento e mortificazione a ragionieristici pareggi di bilancio di cui tutti, nella fase pandemica, hanno sottolineato il danno, ma che ancora producono gravi conseguenze, quali il blocco del turnover, le riduzioni dei posti letto, l’insufficienza dell’assistenza territoriale.

I provvedimenti istituzionali e le cronache descrivono un sistema sanitario sempre più appaltato e progressivamente occupato da imprenditorie e da soggetti privati, in gran parte in ambito sociosanitario (non autosufficienza, psichiatria, disabilità, dipendenze), nei laboratori di analisi e nella diagnostica, in alcuni reparti ospedalieri.

La tutela delle fasce deboli e l’equità nell’accesso e nel trattamento sono possibili solo in un sistema “disinteressato” ai margini di profitto e “interessato” al diritto della persona e al benessere della comunità.

La legge istitutiva, 833/78, nacque proprio dall’intelligenza solidale di soggetti “garantiti” dalle mutue verso i “non garantiti”, nella consapevolezza di una fragilità comune e dipendente dalla stabilità e dalla qualità della occupazione.

Il movimento unisce i lavoratori della sanità ed i pazienti perché è indispensabile difendere il diritto a curare per difendere il diritto ad essere curati. Gli interessi oggi coincidono: se gli operatori sono pochi, stanchi, demotivati, maltrattati, lavorano male e soprattutto se ne vanno. E i pazienti non riescono più a curarsi.

La comune necessità e l’indispensabile equità riposte nel servizio nazionale richiedono oggi una mobilitazione di coscienze e di azioni per tutelarne i principi, la natura e il funzionamento: tutti abbiamo bisogno della sanità pubblica e la sanità pubblica, per continuare a essere tale, ha bisogno della nostra partecipazione.