Prot. n. 008590 del 18.09.2020
Al Presidente della Giunta Regionale Piemonte
On. Alberto CIRIO
In riferimento alla discussione in corso a proposito delle linee di indirizzo ministeriali sulla possibilità di eseguire in Day Hospital, in consultorio e a domicilio l’interruzione volontaria di gravidanza attraverso l’assunzione di farmaci (cosiddetto “aborto medico o farmacologico”), questo Ordine, Ente sussidiario dello Stato, nelle proprie competenze e con l’intento di supportare l’Istituzione regionale, esprime le considerazioni che seguono.
L’interruzione volontaria di gravidanza (IVG) è stata fino ora praticata da un medico del servizio ostetrico-ginecologico presso un ospedale. Le linee di indirizzo emanate ad agosto 2020 prevedono la possibilità, nei primi 63 giorni di gravidanza, di eseguire l’aborto in regime ambulatoriale o di Day Hospital con somministrazione di farmaci per via orale.
La legge 22 maggio 1978, n. 194 “Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza” prevede che siano utilizzate “le tecniche più moderne, più rispettose dell’integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose per l’interruzione della gravidanza.”
L’aborto farmacologico ottenuto mediante la somministrazione di Mifepristone seguita dalla somministrazione di prostaglandine (PGE e le più utilizzate sono il Misoprostolo oppure il Gemeprost) può essere praticato fino a 63 giorni di età gestazionale, come autorizzato da EMA e riportato nella scheda tecnica del farmaco dall’AIFA.
Il Mifepristone può essere somministrato al momento del primo accesso, sia in Consultorio che nell’Ambulatorio ospedaliero dedicato. La somministrazione è per via orale. Dopo la somministrazione di Mifepristone la donna può essere rinviata a casa. L’assunzione delle PGE è prevista di regola 36- 48 ore dopo l’assunzione di Mifepristone. L’assunzione di prostaglandine può avvenire, se la donna lo desidera, anche a casa.
E’ indispensabile che tutta la procedura prevista dalla legge 194/78 sia rispettata e che la scelta della donna dell’aborto medico sia preceduta da una consulenza medica al fine di valutare con lei che non esistano controindicazioni mediche e sociali, in particolare che la donna:
- non sia da sola a casa
- sia in grado di raggiungere l’ospedale con facilità
- sia in grado di comprendere bene quello che le accadrà
- non sia molto in ansia o non in grado di rispettare le raccomandazioni per la successiva verifica del successo del trattamento.
In ogni caso, il professionista sanitario rimane sempre a disposizione per dubbi o eventi inattesi.
L’assunzione delle prostaglandine senza necessità di ricovero in Ospedale è da tempo permessa in molti paesi d’Europa (Regno Unito, Svezia, Francia, Austria) oltre che negli USA.
La scelta di permettere l’aborto farmacologico fino a 63 giorni in regime di Day Hospital oppure in strutture del territorio, opportunamente attrezzate e con un rete organizzativa che ne garantisca la effettiva attuazione, si adegua a pratiche sicure, sperimentate a livello internazionale
Confido, Illustre Presidente, che le evidenze scientifiche sopra rappresentate rafforzino il Suo convincimento a non modificare quanto indicato dalle recenti linee di indirizzo ministeriali e approvato dalle Società scientifiche nazionali ed internazionali.
Rimanendo a disposizione per ogni ulteriore approfondimento, Le invio un cordiale saluto.
IL PRESIDENTE DELL’ORDINE
(Dott. Guido Giustetto)
firmato digitalmente