Il selfie di Fonzie” , comparso in prima pagina de La Stampa del 18.04.2017 a firma Mattia Feltri

Al Direttore del Quotidiano La Stampa

Egr. Direttore,
abbiamo riflettuto qualche giorno prima di inviarLe questo breve

commento sul “Buongiorno” dal titolo “ Il selfie di Fonzie” , comparso in prima pagina de La Stampa del 18.04.2017 a firma Mattia Feltri.

Condividiamo con Lei, anche in seguito alle molte rimostranze dei colleghi, la seguente riflessione.

I selfie in sala operatoria e durante l’attività sanitaria, sono sicuramente biasimevoli, ma non rappresentano l’espressione di una categoria, tanto che gli Ordini dei Medici ben prima dell’intervento del Ministero hanno esternato la loro indignazione e preso ferma posizione nei confronti di questa triste moda.

Detto ciò, riteniamo tuttavia sia poco rispettoso intellettualmente ed eticamente nei confronti della categoria medica, associare a concetti condivisibili quali quelli sul “bipolarismo delle vite quotidiane”, o “l’esaltazione della parte idiota” che si annida in ciascuno di noi tramite l’uso dei social, affermazioni lontane dalla realtà, nonché denigratorie, tra le quali “ i medici sono spesso sgarbati dall’alto della loro scienza”.

La maggior parte dei medici sente e vive invece ogni giorno il rapporto con il malato in modo “simmetrico” ed empatico, a differenza di quanto affermato da Feltri.

La possibilità di esprimere pubblicamente su un giornale le proprie idee produce, esattamente come nei social, una sorta di “esaltazione della parte idiota dell’interessato” al punto che a volte nello scrivere, probabilmente con l’intento di rendere più attraente un qualsiasi concetto, lo si colorisce con paragoni e metafore che hanno lo stesso valore degli sciocchi selfie scattati in sala operatoria.Invitiamo Feltri a pensare cosa proverebbe se, utilizzando la stessa logica da lui adottata, il suo scritto venisse candidamente e pubblicamente apparentato al “selfie rasoterra” “dell’assassino di Cleveland”.

ChiedendoLe di dare spazio sul Suo giornale a questa nostra, Le porgiamo i nostri più cordiali saluti.