Presidio contro i medici volontari nel Cpr. L’Ordine: “Il loro impegno è un atto di solidarietà”

È stato annunciato per lunedì pomeriggio un presidio sotto la sede dell’Ordine dei Medici per protestare contro l’attività dei medici volontari presso il Cpr, il Centro di Permanenza per il Rimpatrio di via Santa Maria Mazzarello.

L’Ordine, estraneo alla gestione del centro, ha sottoscritto nei mesi scorsi un protocollo per raccordare l’attività di alcuni medici volontari con quella dei medici che prestano servizio nella struttura. Secondo i promotori della protesta “chiunque collabori è complice delle torture e delle morti”.

Nella realtà l’attività dei medici volontari, offerta alle persone trattenute nel centro come atto di solidarietà, ha l’obiettivo di aumentare la disponibilità delle visite di medicina generale, specialistica e odontoiatrica e di migliorare la gestione delle informazioni cliniche, utilizzando i dati già noti ai centri ISI, rilasciando una documentazione medica – con traduzione nella lingua dell’interessato al momento dell’uscita dal centro – e fornendo indicazioni su come fronteggiare le possibili necessità (cibo, abiti, cure, alloggi).

Sulla tragica morte di Moussa Balde, per cui è in corso l’indagine della magistratura, né i medici volontari, né l’Ordine hanno alcuna responsabilità.

L’Ordine auspica il superamento dei Centri per il rimpatrio, ma in ogni caso è un dovere deontologico dei medici alleviare la sofferenza e tutelare la salute sempre e dovunque, anche all’interno di queste strutture.

27 novembre 2021

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