Lo scenario della malattia tumorale sta cambiando. I recenti dati Aiom mostrano che le nuove diagnosi sono incrementate, i decessi dal 2012 sono stabili, i soggetti vivi a cinque anni sono in aumento. La guarigione è un’opportunità reale ed è necessario cominciare a parlare di buona notizia in oncologia.
Su queste premesse nasce il progetto “Oncologia Contemporanea”: dalla possibilità di parlare di guarigione con un nuovo coraggio nella comunicazione. Il progetto vede coinvolti la Rete Oncologica Piemonte e Valle D’Aosta, Fondazione Ricerca Molinette Onlus, il C.O.E.S. – Centro Oncologico Ematologico Subalpino, l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Torino e il Centro di ricerca Remedia, insieme a tanti altri sostenitori in via di definizione.
Il progetto si pone l’obiettivo di cambiare la percezione culturale della malattia. Per raggiungerlo, si parte innanzitutto da uno spazio sui social network per dare voce a tutti coloro che si riconoscono in queste premesse e vogliono raccontare una storia di vita da un punto di vista diverso e con nuove parole. Inoltre questo lavoro di riflessione di operatori e pazienti sarà riunito in una pubblicazione che uscirà nell’ultimo trimestre del 2021 – a cura di Mimesis edizioni – sostenuta dal supporto economico di Fondazione Ricerca Molinette.
Sul fronte della ricerca invece prenderà avvio a breve uno studio di linguistica medica presso il Coes per misurare direttamente, attraverso l’osservazione e l’analisi di un gruppo di linguisti, cosa accade e cosa può cambiare nel linguaggio terapeutico.
“Il cancro è un argomento di cui un tempo non si parlava – afferma Guido Giustetto, presidente OMCeO Torino -. Lo stesso codice deontologico negli anni ‘90 permetteva al medico di non rendere partecipe il paziente della diagnosi: spesso equivaleva a una condanna a morte e dunque si temeva per le ripercussioni psicologiche che la comunicazione della malattia avrebbe potuto avere. Ormai la medicina ha compiuto passi avanti estremamente importanti nella cura dei tumori, ma troppe volte la percezione continua a rimanere la stessa di qualche decennio fa. Per questo crediamo fortemente nel progetto Oncologia Contemporanea e nell’esigenza di riformulare il linguaggio e i messaggi che descrivono questa malattia, rendendoli più attuali, aderenti ai progressi che la sanità ha compiuto, innanzitutto nell’interesse del paziente e nell’ottica di migliorare la qualità della sua vita”.
“Con questo progetto vogliamo contribuire ad arricchire la riflessione in corso sul significato, anche semantico, della parola cancro – chiarisce Libero Ciuffreda – Primario Coes e Consigliere di Amministrazione di Fondazione Ricerca Molinette -. Riteniamo che, anche grazie ai dati sul progressivo incremento della sopravvivenza dei pazienti oncologici e del miglioramento della loro qualità di vita, oggi si imponga una rivoluzione culturale e del linguaggio di cui vogliamo esser protagonisti. Ogni giorno in Italia si diagnosticano più di 1.000 nuovi casi di cancro. Si stima, infatti, che nel nostro Paese vi siano nel corso dell’anno circa 377.000 nuove diagnosi di tumore, di cui 195.000 fra gli uomini e 182.000 fra le donne. I dati relativi al 2020 sottolineano come, tenendo conto dell’invecchiamento della popolazione, l’incidenza dei tumori nel periodo 2008-2016 sia in aumento tra le donne (+1,3 % per anno dal 2008) e sostanzialmente stabile tra gli uomini, con percentuali stabili di guarigione: il 63% delle donne e il 54% degli uomini è vivo a cinque anni dalla diagnosi. L’obiettivo del progetto è depotenziare la parola cancro e dissociare la diagnosi e la cura delle patologie neoplastiche, da immagini, metafore e significati terrorizzanti, sempre più lontani dalla moderna medicina oncologica”.
“Il progetto è una grande scommessa sul linguaggio e sulla forza di una nuova riflessione su ciò che diciamo, interpretiamo e comunichiamo – afferma Franca Fagioli, Direttore facente funzione della Rete Oncologica Piemonte e Valle d’Aosta -. La Rete ha sostenuto il progetto perché da sempre conosce il valore e l’importanza del linguaggio come dispositivo di buona relazione e di alleanza terapeutica. Sappiamo bene che non sarà facile scardinare stereotipi e pregiudizi, verbali e simbolici, ma il progetto ha l’ambizioso compito di provare a far cambiare punto di vista per mutare progressivamente una visione troppo radicata di questa malattia”.
“Sappiamo che anche all’estero questo tema è molto sentito e spesso raccontato in modo accessibile e chiaro – afferma il dottor Mario Nejrotti, fondatore del progetto -. In Italia questa cultura sta crescendo, alimentata da un bisogno forte di speranza da parte dei pazienti. Con Oncologia Contemporanea vorremmo contribuire a favorire questo processo nei suoi molteplici aspetti”.
4 maggio 2021