Per 30 denari

In riferimento al bando dell’ASL Città di Torino rivolto ai medici in quiescenza per la copertura di turni di guardia in PS e andato deserto, l’Ordine dei Medici di Torino esprime le seguenti osservazioni:

  • I turni in PS, per le caratteristiche insite nel tipo di lavoro (necessità di prendere nell’immediato decisioni di importante rilevanza clinica, continue richieste di intervento) presuppongono oltre che preparazione ed esperienza, anche una resistenza allo stress e alla fatica dovuta ai turni disagevoli, che un collega over 65enne è in grado sostenere con maggiore difficoltà.
  • In ogni caso la remunerazione, pari a 30 euro lorde all’ora, ci pare assolutamente inadeguata per retribuire il lavoro di un medico specialista. È una professione che richiede un percorso formativo lungo, impegnativo e oneroso oltre a costose assicurazioni di rischio professionale e costi di aggiornamento continuo. Per quanto non esistano i minimi tariffari, non si può prescindere da un equo compenso delle prestazioni mediche.
  • Nell’ottica di garantire la qualità dei servizi dell’emergenza-urgenza, ci pare molto più utile applicare, ad avvenuti accordi tra Regione ed Università e in via emergenziale, la legge Calabria, che permette l’assunzione a tempo determinato degli specializzandi al quarto e quinto anno di studi.
  • Nella legge stessa è peraltro stabilito che ai colleghi in formazione siano affidate solo le attività assistenziali coerenti con il livello di competenze e autonomia raggiunto e che venga in ogni caso garantita la formazione prevista dal corso di studi.

Ci preme sottolineare come questo bando al pari di altre situazioni note, non ultimo il grave sottofinanziamento e il cronico ritardo nell’affrontare il rinnovo del contratto dei medici ospedalieri, confermi il continuo svilimento della professione medica da parte di una governance economica e sanitaria che da alcuni decenni contribuisce in modo determinante alla fuga verso l’estero e verso la sanità privata dei professionisti, con gravi ripercussioni sull’efficienza del SSN.
 
Le soluzioni messe in campo per affrontare le criticità non risolvono i problemi della grave carenza di personale in cui versa il SSN, che non si sarebbe mai realizzata se gli allarmi ben documentati, lanciati quasi un decennio fa dagli Ordini dei Medici sull’errata programmazione del fabbisogno specialistico, fossero stati ascoltati per tempo.