COMUNICATO STAMPA – L’allarme dei pediatri: aumentano i disturbi nei bambini. Sabato 1° febbraio convegno all’OMCeO Torino

“QUANDO IL CORPO PARLA E NON VIENE ASCOLTATO”

L’ALLARME DEI PEDIATRI: AUMENTANO I DISTURBI NEI BAMBINI

Sabato 1° febbraio, alle ore 9, convegno all’Ordine dei Medici di Torino

Ci sono bambini che si ammalano nella pagina sbagliata. Sono i bambini, come si sarebbe detto una volta, che “somatizzano”, che “non hanno niente” ma che stanno male lo stesso perché il mal di pancia o il mal di testa li fa smettere di andare a scuola, di uscire e di fare una vita normale. E per cui i libri di medicina non aiutano a comprendere cosa stia realmente accadendo.

Per i pediatri il fenomeno è in forte aumento, tanto da essere diventato ormai una vera emergenza. I bambini con disturbo funzionale su base psico-relazionale rappresentano infatti circa il 10% di tutte le richieste di assistenza sanitaria nella fascia da 0 a 14 anni. Spesso questo tipo di disagio non è evidente, ma viene mascherato da una serie di sintomi – come mal di pancia, mal di testa, ansia, difficoltà a respirare – che rientrano nella definizione di disturbo somatomorfo: una patologia di fronte alla quale i medici non hanno a disposizione una linea guida di comportamento e dunque strumenti adeguati per affrontarla. Con il rischio, come avverrebbe in un terzo dei casi secondo ricerche internazionali, che poi il disturbo venga sviluppato e portato avanti nell’età adulta.

Un gruppo di pediatri di Torino e provincia (Marisa Bobbio, Paolo Fiammengo, Chiara Guidoni, Patrizia Levi, Antonio Marra, Maria Merlo, Paolo Morgando) ha deciso di unire le forze e lavorare insieme agli specialisti per costruire un nuovo percorso di cura e di aiuto per questi bambini. Il primo appuntamento sarà il corso di formazione “Quando il corpo parla e non viene ascoltato – Il disturbo somatomorfo: una emergenza in età evolutiva?”, organizzato sabato 1° febbraio alle ore 9 dall’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Torino nella sede di corso Francia 8, in collaborazione con le associazioni dei pediatri Acp Ovest, Fimp e Cipe. Un incontro di rilevanza nazionale, che vedrà l’intervento di neuropsichiatri, pediatri ospedalieri e di famiglia, esperti dell’Università (in allegato, la locandina dell’evento).

“Pediatri e specialisti ci segnalano da tempo l’aumento di questo tipo di disturbo. I bambini che ne vengono colpiti stanno realmente male, finiscono negli studi medici o addirittura in pronto soccorso, ma dagli esami che effettuano non emerge alcun riscontro, e quindi spesso il medico non sa realmente come comportarsi. Abbiamo accolto con grande piacere la proposta di organizzare un convegno su questa tematica, è un problema da affrontare e da non sottovalutare” spiega il presidente dell’Ordine dei Medici di Torino Guido Giustetto, che aprirà i lavori insieme al direttore del Dipartimento Materno-Infantile dell’Asl Città di Torino Orazio Pirro.

Si ritiene che l’incremento del disturbo somatomorfo nei bambini sia collegato ai cambiamenti profondi avvenuti nella società contemporanea, allo scollamento delle reti sociali, alla modifica delle strutture familiari che hanno visto crescere il numero dei figli unici. Sono in gran parte bambini che presentano difficoltà a fronteggiare le emozioni o non riescono direttamente a riconoscerle e non sono aiutati da relazioni familiari in grado di confrontarsi con questo disagio. Nella pratica, possono avere difficoltà di espressione verbale o difficoltà relazionale, oppure avere problemi legati all’ansia indotta dalla famiglia o dal contesto sociale. Si tratta dunque di una casistica molto diversificata e per questo complicata da definire e da affrontare, per cui gli stessi pediatri non sono sufficientemente preparati e formati.

L’obiettivo della giornata di sabato è quindi strutturare una strategia comune fra i professionisti della sanità: capire come poter collaborare con i bambini, farli esprimere, insegnare loro come riconoscere e manifestare le proprie emozioni, creare progetti specifici, sensibilizzare tutti i medici sul problema, elaborare una modalità di comunicazione alla famiglia che superi lo stigma del disagio e della malattia mentale.