International Help e Talassemia in Kurdistan

 

International Help è una associazione nata nel 1995 senza costi di apparato.
I viaggi solidali sono a carico di chi li fa. Non ci sono dipendenti né si fa pubblicità. Suo fine è risolvere rapidamente e in maniera non provvisoria problemi di sopravvivenza in paesi a rischio.

Acqua potabile, nutrimento, salute, diritti civili sono i suoi obiettivi. I.H. opera da anni a Cuba, in Brasile, Guatemala, Etiopia.

Una clinica a Kabul ha assistito in 15 anni oltre 500.000 pazienti prima di essere chiusa dai Talebani. In Kurdistan irakeno e siriano abbiamo operato da vent’anni scavando una
trentina di pozzi, attivando strutture per odontoterapia, assistendo profughi vittime dell’Isis e ricostruendo decine di case vandalizzate. Da alcuni mesi stiamo cooperando all’apertura di un nuovo presidio per la cura di gravi emoglobinopatie, come la B talassemia.
Le emoglobinopatie ereditarie non sono distribuite in maniera omogenea, ma vi sono nei paesi a rischio, molti nell’area mediterranea, in zone dove è o era endemica la malaria, aree di maggior frequenza, spesso in zone rurali, sostenute dall’isolamento e da abitudini sociali consolidate come il matrimonio tra consanguinei. Spesso le influenze religiose aumentano il rischio, sia perché favoriscono le tradizioni sia perché ostacolano campagne di prevenzione che a loro volta mettono in discussione le consuetudini.
La zona di Akre, nel Kurdistan irakeno, è un’area di elevata prevalenza di queste malattie, e lì sono stati avviati la costruzione e l’equipaggiamento di un padiglione ospedaliero per la terapia delle emoglobinopatie ereditarie (la B talassemia e l’anemia falciforme sono le forme più frequenti e conosciute).
L’Iraq, ed il Kurdistan al suo interno, non sono paesi poveri di strutture socio-sanitarie, ed infatti il padiglione per le emoglobinopatie è adiacente all’ospedale pubblico del territorio, e potrà usufruire dei servizi della banca del sangue e del laboratorio analisi dell’ospedale, senza i quali ogni attività terapeutica sarebbe velleitaria (raccolta e conservazione delle emazie
concentrate, esecuzione dei test di compatibilità, dosaggio della ferritina serica, elettroforesi dell’Hb per identificare i portatori eccetera).
Ciò premesso, restano da coprire importanti carenze sia dal punto di vista di una efficace politica di prevenzione (informazione sui rischi dei matrimoni tra consanguinei e test ematici di identificazione dei portatori, coinvolgimento delle strutture sanitarie di base nel territorio, diagnosi precoce previa amniocentesi della malattia durante la gravidanza e conseguente aborto terapeutico, con i rilevanti aspetti politico sociali e/o religiosi) che da quello strettamente terapeutico e orientato a ridurre le complicanze ed aumentare la sopravvivenza e la qualità della vita (identificazione di anticorpi irregolari che riducano la funzionalità delle emazie trasfuse, regolare e duratura chelazione del ferro sia con terapia endovenosa che per via orale).

Alcune delle apparecchiature necessarie sono già presenti nell’area, altre lo sono solo in strutture private e sono spesso lontane dalla disponibilità economica dei pazienti e delle loro famiglie, altre, anche di costo contenuto, non sono presenti in quantità sufficienti per rispondere alla domanda che tenderà ad aumentare con l’aumento delle diagnosi e dei casi avviati alla terapia.

I.H. ha avviato il suo appoggio al centro contro le emoglobinopatie di Akre acquistando e distribuendo, a seguito di una loro richiesta, soprattutto pompe da infusione e mini-apparecchiature per la preparazione di emulsioni per la terapia orale per la chelazione del ferro, oltre a strumenti di carattere generale (es. letti per ospitare alcuni delle decine di pazienti che sono sottoposti quotidianamente alle terapie).
La collaborazione è agli inizi. Ci proponiamo di aumentarne sia la regolarità che la frequenza, così come le nostre conoscenze sulla situazione locale, sia della casistica e della prevalenza delle singole patologie che delle attrezzature necessarie e disponibili, per potere identificare priorità che siano alla portata delle nostre reali possibilità di intervento